Alfasud Sprint
1976 - Lancio della Alfasud Sprint
- Alfa Romeo presenta il 21 Settembre 1976 la coupè dell'Alfasud, la Sprint. Questa è destinata a completare la gamma Alfasud - una molteplicità di soluzioni già previste in sede di progetto - ad opera sempre di Giorgetto Giugaro. Infatti la classica forma a cuneo, già vista sull'Alfetta GT, è stata qui enfatizzata dal desiner grazie al boxer e alle sopensioni anteriori che hanno permesso di disegnare una linea molto bassa e filante.
Al contrario della berlina si decide di adottare il portellone poteriore che contribuisce sicuramente ad un migliore sfruttamento del bagagliaio. I progettisti sono stati sicuramente spinti verso questa soluzione grazie al successo della copuè Volkswagen Scirocco, sempre disegnata da Giugiaro, che in quel periodo - esce nel 1974 - ottiene un discreto successo. Un particolare da notare è la griglia di sfogo per l'aria circolare con un quadrifoglio in rilievo, questo elemento era già stato previsto da Giugiaro sulla berlina - vedi immagini prototipi - poi tolto perché ritenuto difficile da realizzare.
Le novità più interessanti però sono sotto il cofano: con una modifica della corsa il 1186 ciene portato a 1286 cc. I cavalli salgono a 75 e la velocità massima a 165 km/h.
1978/1979 - la 1500 e la 1351
- In linea con i progetti di accrescimento di potenza vengono introdotti nel maggio 1978 due nuovi motori: un 1351 cc e un 1490 cc, il primo eroga 79 CV, mentre il secondo 84 CV.
Con questo aggiornamento motoristico vieni modificata anche l'estetica. Tutte le parti in precedenza cromate - raschiavetri, gocciolatoi, specchio retrovisore esterno - diventano neri.
Come per la berlina inoltre vengono migliorati i processi di trattamento antiruggine e per le parti più esposte vengono adottati lamierati zincrometal - ovvero zincati - mentre il fondo coperto da PVC.
Nel 79 i nuovi motori vengono ulteriormente sviluppati: viene introdotta l'alimentazione singola, adottata dall'Alfa Romeo fin dai tempi della Giulia. Il 1351 e il 1490 cc vengono alimentati da due carburatori doppio corpo. In questo modo il 1300 eroga 86 CV (velocità massima 167 km/h) e il 1500 95 CV (velocità massima 172 km/h).
Le nuove Alfasud Sprint Veloce però non sostituiscono subito i vecchi modelli, li affiancano ancora fino al 1980.
1983 - Sprint (senza Alfasud)
- Nasce la 33, esce di scena l'Alfasud. Vista la problematica ruggine l'Alfa Romeo vuole scrollarsi di dosso quel pesante fardello che implica il nome Alfasud e decide quindi di rinnovare tutta la gamma. La Sprint viene aggiornata stilisticamente: la calandra ora è in plastica nera, come i paraurti che prevedono l'alloggiamento per i fari antinebbia. I montanti degli sportelli e dei vetri posteriori sono verniciati in nero, mentre i montanti centrali vengono rivestiti da una cornice plastica. Viene inoltre adottatto un utilissimo accessorio: il tergilavalunotto. Per la Quadrifoglio Verde - sostituta della Veloce - vengono montati i cerchi in lega per gli pneumatici Michelin TRX (con specifiche in centimetri anziché in pollici).
Anche l'interno è completamente rinnovato: la plancia ha un nuovo disegno. Al centro vengono disposti cinque comandi circolari (lunotto termico, lampeggiatori d'emergenza, retronebbia, fendinebbia e tergilunotto). Altre modifiche sono la consolle centrale (estesa fino ai sedili posteriori) e i nuovi sedili.
Per quello che riguarda la meccanica vengono impiegati il 1.351 e il 1490 ad alimentazione singola, quest'ultimo con due potenze differenti 95 CV e 105 CV (Quadrifoglio).
1987 - La 1700
- La 1500 non viene più prodotta, sostituita da un 1712 erogante 118 CV. Rimane il 1351 cc a due carburatori doppio corpo. Il motore deriva direttamente da quello della 33 Quadrifoglio Verde (velocità massima 196 km/h). Esteticamente le modifiche furono tese a semplificare gli allestimenti: spariscono le fasce paracolpi laterali, paraurti e specchietto retrovisore esterno diventano in tinta con la vettura. Nel 1989 la produzione della Sprint finisce. Dopo 18 anni dal lancio avvenuto nel 1971 non è più possibile ottenere l'omologazione. Così termina la storia dell'Alfasud.